Per l’edizione di quest’anno della Milano Art Week, pconp è lieta di accogliere nelle stanze di Spazio Lima un progetto dell’artista Luca Trevisani.
Orari
Opening 29/03
h. 18.00 – 21.00
30/03 – 03/04
h. 11.00 – 18.00
04/04-29/05
su appuntamento
scrivere a spaziolima @pconp.com
o whatsapp al +393478212305
Foglie stampate, foglie essiccate e stampate, foglie fossili di trecento milioni di anni stampate, vita bloccata nel tempo, vita fraintesa.
Tutte le opere di Trevisani da tempo lavorano per ridiscutere un’idea di natura come elemento separato dal mondo e dagli uomini. In Notes For Dried And Living Bodies l’artista recupera i pattern floreali di autori artisti e designer per stamparli su di una foglia essiccata e incorniciata come gli specimen dei musei di storia naturale. L’operazione di Trevisani riflette sulla labile linea fra natura e artificio; creando un cortocircuito l’artista proietta l’immaginario fitomorfo sopra una vera pianta per dirci che, in fondo, siamo parte della natura che tentiamo di comprendere.
Un fossile è un grumo di materia organica emancipatosi dallo scorrere del tempo, per farsi icona indurita, mistero ctonio, vita reincarnata in se stessa. Ogni fossile è un oggetto trasgressivo, perché insubordinato alla logica della morte e della sparizione, come a ogni altra meccanica vitale. Il fossile lacera la nozione di corpo per come la conosciamo, perché questo, una volta morto, rifiuta la putrefazione e la volatilità, per percorre la via della pietrificazione, facendosi gemma, e sublimando in minerale.
Il fossile è un piccolo miracolo, prezioso e oracolare come la scia di una cometa, la sua è l’immagine perfetta del nostro inciampare sul mistero del frammento, è una figura dal corpo solido ma dall’anima liquida. Stampare su un’immagine di trecento milioni di anni è un monito, un urlo, un dubbio solido, una provocazione spirituale, culturale e cultuale, ideologica ed etica.
Quella di Trevisani è un’indagine degli immaginari e delle costruzioni visive con cui diamo forma al mondo: un modo di diventare parte dell’edificio materiale a cui apparteniamo, rimescolandone le definizioni.
Quando Trevisani sovrappone a foglie essiccate pattern fitomorfi realizzati da diversi utopisti novecenteschi, l’artista propone una riflessione sul rapporto tra mondo naturale e artificiale. Con queste sculture bidimensionali Trevisani sperimenta quindi ambiti disciplinari ed epistemologici differenti, portando ad una messa in discussione dei nostri modelli interpretativi convenzionali del mondo naturale.
Il significato ultimo della natura è la differenza, e l’indifferenza, una minaccia sorda per il nostro ego e il senso di possesso e completezza antropocentrica.
Si ringraziano la galleria Pinksummer, per il supporto organizzativo, e l’Orto Botanico dell’Università di Palermo e il suo curatore Manlio Speciale, per l’aiuto e il supporto scientifico.
Gli eventi di Spazio Lima sono in collaborazione con studio senzatitolo.
Luca Trevisani
Luca Trevisani ( Verona, 1979 ) è un artista la cui pratica multidisciplinare è stata esposta a livello internazionale in musei e istituzioni, come Biennale of Sydney, Manifesta 7, Biennale di Architettura di Venezia, Museum of Contemporary Art Tokyo, Kunsthalle Wien, Kunstverein Braunschweig, ZKM Karlsruhe, Magasin, Grenoble, MAXXI Roma. Trevisani ha vinto premi e riconoscimenti prestigiosi tra cui il Premio Furla per l’arte, il Premio New York, Italian Council e Cantica21.
Trevisani ha pubblicato testi per riviste d’arte e quotidiani, nazionali e internazionali, e ha pubblicato diversi libri tra cui: The effort took ist tools (Argobooks 2008), Luca Trevisani (Silvana Editoriale 2009), The art of Folding for young and old (Cura Books 2012), Water Ikebana (Humboldt Books, 2014), Grand Hotel et des Palmes ( Nero, 2015), Via Roma 398. Palermo, (Humboldt Books, 2018).
Luca Trevisani è artista e docente, la sua ricerca spazia fra la scultura e il video, e attraversa discipline di confine come le arti performative e quelle grafiche, l’architettura e il design, il cinema di ricerca o l’architettura, in una perpetua condizione magnetica e mutante. Nelle sue opere le caratteristiche storiche della scultura sono interrogate se non addirittura sovvertite, in un’incessante indagine sulla materia e sulle narrazioni.
Orto Botanico dell'Università di Palermo
L’Orto Botanico dell’Università di Palermo è una tra le più importanti istituzioni accademiche italiane.
Considerato un enorme museo all’aperto, vanta oltre duecento anni di attività che gli hanno consentito anche lo studio e la diffusione, in Sicilia, in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo, di innumerevoli specie.
La peculiarità di questo Orto Botanico è rappresentata oggi proprio dalla grande varietà di specie vegetali ospitate, molte originarie delle regioni tropicali e subtropicali, che ne fanno un luogo ricchissimo di espressioni di flore diverse.
L’origine dell’Orto Botanico di Palermo risale agli ultimi decenni del XVIII secolo, epoca in cui ha inizio, nel regno di Napoli e di Sicilia, una fase storica connotata da numerose riforme e da grandi aperture nel segno della cultura europea di marca illuministica.